destionegiorno
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Mi chiamo Emilia Otello, nata a Monopoli (ba) residente a Polignano a mare. Ho 4 figli e 3 splendidi nipotini. Diplomata all’ITC di Castellana Grotte. Fin da piccola ho sempre amato la poesia e il poema... ne ero affascinata, ma inconsapevole di aver la minima capacità di scrivere. È nato tutto per ... (continua)
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Emilia Otello
Le sue 117 poesie
| Sono tristi le notti ad Aleppo
senza un appiglio di speranza,
anche il giorno segue la notte
nella sua pece
e la parvenza
di un raggio di sole
muore è
alla fine del giorno.
La speranza giace inerme
inchiodata alla terra dei sospiri,
muore
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| Raccontami amore...
di quando il cielo si aprì
davanti ai nostri occhi,
raccontami del mare
dei suoi colori, dell’azzurro
che si confonde
con lo smeraldo dei tuoi occhi.
Raccontami del fuoco
che ardiva le nostre membra
e delle labbra che
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| Si rompe il cerchio dell’equilibrio
la corda della coscienza si disfa
il mare non è più mare
e il cielo non è più cielo.
La terra è divenuta piatta
non gira più nell’orbita sua
Beata la bestia selvaggia
che non ha recinti d’oro
né sbarre
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| Vivo nella tempesta
con la mia scialuppa
attraverso questi mari
Approderò nell’isola della pace
con la carne a brandelli.
I chiodi del Cristo
conficcati nelle ossa
tradita per spiccioli di verità
non c’è pietà in questo vaso d’argilla.
Oh,
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| Oggi quindici febbraio
l’Italia segnerà la storia.
È il giorno nero,
il giorno della vergogna
e la memoria ricorderà ancora
quei piatti resi vuoti
sulle tavole degli italiani.
Toglieranno pane e dignità
e il nostro tricolore
è tagliato a
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| Poeti, scrittori, liberi pensatori,
dove siete?
Dov’è il vostro intelletto?
Hanno inchiodato il pensiero
disciolto l’anima in liquido ferroso.
Girovagate tra questo falsato mondo
senza più espressione.
Un copia e incolla ed il gioca è
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| Quanti giorni ancora scorreranno
per la via del ritorno.
Giro la clessidra,
scivola l’ultimo granello di sabbia
e resto immobile tra i ricordi
Una carezza tra i capelli
il suo bacio tatuato sulle labbra
giace fecondo, tra le croste del
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| Non far piangere il cuore di una mamma,
là ci sono le lacrime di Dio.
Anche Maria pianse il Cristo crocifisso
e l’anima si torceva al figliuol suo perduto.
Donna a donna, madre a madre,
non torcere il suo dorato capello
il seno versa ancora il suo
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| Ho un sacco pieno di pensieri
un pozzo colmo di emozioni
un fiume di lacrime che trattengo
come nuvole pronte ad esplodere
Cos’è questo cielo nero?
Cosa è divenuta questa terra?
Un teatrino con burattini e burattinai
un gioco a scacchi
e noi
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| Io nacqui nel pensiero vivo della notte
che defluiva come acqua di sorgente.
Là fioriva il seme del mio canto
e come ninfea si apriva alla vita
questo fiore incarnato d’amore.
Attraversai deserti e navigai per mari
per sfiorare l’onda del mio
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| È l’alba di un nuovo giorno
ancora fiori secchi da raccogliere
ma germogli vivi ci aspettano
ancorati alla speranza
di giorni belli, algidi di primavere.
Ancor non è giunto il tempo
di raccogliere primule
ma tornerà quell’ora
che mi designò
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| Ho un angoscia nel petto,
infinita,
come questo tempo che non passa.
Si rompono vetri
a questo urlo sgozzato.
Voglio veder chiaro,
ma la luce attarda a riflettere
in questo solstizio d’inverno.
Lugubre giorno, si allunga
come una sagoma
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| Tu, non ti accorgi
quando i miei occhi sanguinano
dietro l’oblio del silenzio,
tacciono anche le pareti
imbiancate di paura e
da soffocanti singhiozzi.
Vai via da me... Uomo!
Tu, che bruciasti i miei sogni.
Tu, che incarnavi l’amore.
Io, che
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| Scie di luce nei celestiali cieli
per risvegliare le coscienze
di un Dio ancora vivente
Albe nuove ci aspettano
e rigogliosi campi di rossi papaveri
e dorate spighe colme di speranza,
per un giorno nuovo ancor più bello.
Farò ogni cosa nuova
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| Eppur ti amai
come fossi madre.
Ti ergevi come una sposa
e tracciavi i sentieri miei
come fossero sentieri di neve,
ma celavi l’inganno.
Oh donna, che vestivi di luce
dimmi, tu chi sei?
E strappavi i virgulti dal nostro seno
per farli tuoi.
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