Emilia Otello

Dietro quel muro grigio
circondato da filo spinato
e l’acre odor di morte,

nasce una rosa,
una rosa per ricordare,
una per non dimenticare.

Folle... folle... folle idea
di un belzebù incarnato.
Pazzia omicida!
Ha ucciso, trucidato,
martorizzato e schiavizzato
i suoi stessi fratelli
senza alcuna pietà,
uomini e donne,
vecchi e bambini.

Non siamo più uomini
ma solo simboli,
una stella gialla
un triangolo viola
un altro rosa,
esseri vuoti senza identità
uomini senza volto,
solo numeri,
marchiati come bestie
carne da macellare.

Occhi spenti avanzano
senza speranza,
uomini scarniti
dietro sbarre di ferro
che camminano
ubbidienti, dimessi
e l’aspro odore d’incenso
e l’illusione, la speranza che muore.

Non c’è domani...
Un cappotto vuoto,
scucito, senza i suoi bottoni
e il puzzo dai comignoli.

Nasce una rosa
dietro quel filo spinato,
una rosa rossa per ricordare
una rosa per non dimenticare...

È questo il giorno della memoria...
Per dire basta... basta...
Mai più, mai più...

Mai più Auschwitz!